Celtic Corner by Mauro Raccasi

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La festività di Samhain

La ruota simbolica delle festività nell'anno celtico si divideva tra celebrazioni solari e lunari. Queste ultime venivano festeggiate durante il plenilunio. Samhain (1 Novembre), Solstizio d'Inverno (21 Dicembre), Imbolc (1 Febbraio), Equinozio di Primavera (21 Marzo), Beltain (1 Maggio), Solstizio d'Estate (21 Giugno), Lughnasadh (1 Agosto), Equinozio d'Autunno (21 Settembre).

Secondo il calendario celtico, l'anno aveva inizio in Novembre con la ricorrenza di Samhain. Con Beltain erano le due più importanti perché dividevano l'annualità in due parti: inverno ed estate.
La festività novembrina prendeva il nome di Samhain sul continente, di Samhain in Irlanda, di Trinox Samoni secondo il calendario di Coligny.
Tali feste regolavano anche i tempi per uccidere dando battaglia e quelli per riposare. I Fianna irlandesi ingaggiavano i nemici tra Beltain e Samhain, durante la bella stagione, quando era tempo di mietere teste dei nemici oltre al grano maturo; al contrario riposavano nelle loro capanne tra Samhain e Beltain. Motivo in più per deporre le armi stava nel fatto che per gli irlandesi quella data era anche quella della morte del loro eroe leggendario Cú Chúlainn.

A Samhain le bestie venivano radunate e rinchiuse nei recinti e nelle stalle per svernare, al riparo dalla fame dei lupi. Le cerimonie legate ai riti novembrini prevedevano l'accensione di grandi falò e l'uccisione sacrificale di animali e bestie da cortile. In realtà molte macellazioni erano obbligatorie nel caso di bestiame in eccesso perché nessuno poteva permettersi di mantenerlo in vita durante i rigori della brutta stagione con penuria di granaglie e foraggio. Si spegnevano tutti i fuochi dell'anno vecchio, si pulivano i focolari e i druidi davano la loro benedizione accendendo i fuochi del nuovo anno. Si beveva e si cantava per alcuni giorni, si divinava sulle sorti dell'anno a venire e si raccontavano storie -più o meno tenebrose- tra i chiaroscuri dei falò novelli. Ancora oggi in Scozia si fanno divampare grandi falò chiamati samhnagan che punteggiano il buio della campagna notturna. Alla classe guerriera venivano tributati i festini, alla massa spettava la fiera e il mercato, ai druidi le assemblee e le celebrazioni rituali religiose.
Il primo giorno di quel mese si celebrava dunque l'inizio dell'inverno e dell'anno; perché quello era il principio della fase oscura del calendario: al fruttuoso autunno seguiva sempre la sterilità dell'inverno, il giusto momento per gli spiriti ultraterreni.
Simulando l'aspetto del cielo notturno dell'antichità e in accordo con le tradizioni irlandesi, i modelli matematici elaborati al computer mostrano quattro stelle di prima grandezza che si trovavano in levata eliaca proprio in corrispondenza di calendario delle quattro feste di base: Samhain, Imbolc, Beltain, Lughnasadh. Alla prima in questione e durante l'Età del Ferro la stella coincidente è Antares, un astro rosso che è anche il più luminoso della costellazione dello Scorpione.
Samhain era un punto di riferimento, una scadenza utilizzata nei contratti, nel commercio, perfino nei patti di sangue. Nel Ciclo delle Invasioni dell'Ulster si parla dei Nemediani soggiogati dai Fomori (un'etnìa imparentata con i Vichinghi): ogni anno, la vigilia di Samhain, i Nemediani dovevano versare alla tribù che li aveva vinti tributi pari a due terzi del grano, del latte e dei bambini da usarsi come schiavi.

In tempi appena più recenti Samhain divenne la festa celtica dei morti celebrata il primo di Novembre. Onorava non solo l'inizio dell'inverno, ma anche dell'anno. In quella notte il Sidhe - sacra dimora dell'Aldilà per il Popolo Fatato- apriva le sue porte e permetteva agli spiriti d'incontrare gli esseri umani. Tra i luoghi dove queste creature albergavano, forse il più famoso e rinomato sin in epoche recenti era il tumulo di New Grange, sulla riva nord del Boyne, in Irlanda. Il problema stava tutto nella superstizione credulona di chi aveva dei sospesi con le persone che aveva spedito o fatto spedire all'altro mondo… In quella notte gli spiriti dei defunti avrebbero potuto attraversare il ponte delle nebbie e oltrepassare i cancelli dell'oltretomba per venire a reclamare crediti e sospesi, cercando soddisfazione nel tormentare nottetempo i loro persecutori ancora in vita. Per la spiritualità celtica, dunque, l'universo tangibile sfiorava, nel breve attimo di Samhain, il mondo trascendentale, affollato d'anime dei trapassati e dello spirito celeste di coloro che ancora non erano nati.

Tra i celti più nostrani -gli Insubri- che popolavano il nostro nord Italia già 2500 anni orsono, pare assodato fosse consuetudine banchettare con carne di maiale. D'altronde il clima già rigido lo suggeriva. Cuocere nella verza pezzi di carne suina rappresentava lo spirito più pagano dell'animo della festa celtica: il maiale era infatti considerato animale sacro; persino quello selvatico: non è una novità che la leggenda attribuisca al fiuto proverbiale di una scrofa semilanuta la scoperta del luogo più adatto per fondare il villaggio di Mediolanum. Sul Palazzo della Ragione ancor oggi l'antico simbolo di tal cinghiale fa bella mostra di sé. Pertanto sui navigli milanesi c'è chi festeggia con questo piatto: la Cassoeula o Casöla. In verità il nome discende da un termine spagnolo del XVI sec. indicante il tipo di pentolame usato per cucinare questa ricetta che di nobile aveva ben poco. I tagli meno pregiati del porco erano ciò che di norma veniva concesso al contadino o al mezzadro, mentre al signorotto di turno erano riservate le pezzature più magre tributandole magari alla stagionatura come salumi. Nel brodo tra le verze finivano perciò cotiche e nervetti, cotenna, guancialetti e muso, codino e pezzi di zampone. Il tutto magari messo a ribollire in un grosso tegame di terracotta anziché di metallo. Un piatto dunque povero, quello originario, non ancora contaminato dal recente benessere sociale che ha un po' trasformato la Cassoeula al grido della messa al bando del colesterolo.
Il Cristianesimo provò a sradicare la consuetudine di Samhain, negandone l'utilità. Vista la mala parata, si preferì assimilare la festività trasformandola anziché sopprimerla. Vestite di un rituale cristiano le radici che affondano nell'universo ultraterreno, la festa divenne così i giorni dei Santi e dei morti. E Samhain prese il nome di Ognissanti.

Non più la storia, ma il marketing ne ha addobbato una successiva evoluzione: la festa di Halloween o Notte delle Streghe, travisando una volta di più il significato spettrale, stavolta in chiave grottesco-carnevalesca. La pubblicità anima del commercio nel mondo anglosassone e a stelle e strisce, l'indotto commerciale di gadget e merchandising che ruota attorno a questo divertente (e un po' irriverente) avvenimento, muove cifre d'affari da capogiro un po' in tutto il mondo occidentale. Fenomeno di costume che ha fatto capolino da noi solo negli ultimi anni. Ma questa è cronaca.



     
 
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•  I Guerrieri dei Fiordi
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E' uscito il 1 Gennaio 2007, in tutte le librerie d’Italia e della Svizzera italiana, il nuovo romanzo storico di Mauro Raccasi
  Il Guerriero di Stonehenge
Ediz. PIEMME (2006)

 
•  Il Regno di Conan
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Ediz. PIEMME (2004)









 
  L'intervista di irlandia.it
•  intervista
       
  L'intervista di 'Keltika'-Giugno '05  
  Intervista pagg. 30 - 31 - 32 - 33  
  www.emmek-keltika.it  
       
  Articolo sui Celti guida 'Irlanda'  
    di Alessandro Gandolfi  
   
  Irlanda - ed. CLUP-De Agostini  
       
  Corriere della Sera - 28/06/2005  
  'Il segreto dei Celti, popolo misterioso'  
 
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